STEREOTIPI DI GENERE
CIO’ CHE SI NASCONDE DIETRO LE FAVOLE
Il sessismo implica l’attribuzione di caratteristiche stereotipate a maschi e femmine in base al loro sesso di appartenenza. Gli stereotipi non sono altro che generalizzazioni, condotte su un gruppo di persone, in cui caratteristiche identiche vengono attribuite a tutti i membri del gruppo, senza tener conto delle variazioni fra i membri. Ma perché gli stereotipi sono così dannosi per la mente dell’uomo? Gli stereotipi non fanno altro che danneggiare l’attività critica e la capacità di guardare ogni individuo nelle sue particolarità, particolarità che spesso vengono utilizzate per etichettare il prossimo come inferiore. Gli stereotipi di genere nella storia hanno generato delle vere e proprie gabbie, culturalmente costruite, dove il singolo è costretto a plasmarsi sulla base di aspettative sociali stringenti che mirano a ricondurre le diversità in due sole differenze: quella maschile e quella femminile. A ciò si aggiunge una struggente struttura gerarchica che sin dall’antichità vide il polo maschile dominare su quello femminile. Questa divaricazione sessista si struttura fin dalla primissima infanzia, tessendo un percorso differente per maschi e femmine: predisporre un corredino rosa per la neonata e azzurro per il neonato diventa un semplice atto di routine, così come acquistare una bambola per la bambina e una macchinina per il bambino, o ancora, rimproverare una bambina per essere troppo movimentata e stimolare il bambino ad essere attivo; deridere il maschietto che piange perché si comporta come una “femminuccia” e allo stesso tempo accettare come naturale che sia la bambina ad esternare i propri sentimenti e le proprie debolezze. Questo “addestramento” al ruolo sessuale si manifesta all’ingresso della scuola dell’infanzia, dove i bambini conoscono perfettamente il loro ruolo e quali siano i comportamenti adatti al loro sesso. I bambini costruiscono la propria identità sulla base di modelli adulti, imitando i loro atteggiamenti e identificandosi in essi: le bambine si proietteranno sul modello materno, mentre i bambini sul modello paterno. Dato che i due modelli sono enormemente differenti tra loro, identificarsi in uno dei due porterà automaticamente alla differenziazione. La conferma al modello di genere dominante, tuttavia, non viene posto su un piatto d’argento solo nel mondo reale, infatti, esiste un altro mondo, immaginario, simbolico: il mondo delle favole, dei libri di testo per bambini…Le storie raccontate ai bambini forniscono dei modelli semplificati in cui è più facile identificarsi. Queste storie propongono modelli stereotipati di mascolinità o di femminilità e inevitabilmente (sotto l’effetto della precedente azione di imitazione genitoriale) il/la bambino/a si immedesimerà in uno dei due. Si è portati a ritenere che quei cartoni, che quelle storie siano le cose più innocue e adatte da far vedere ai propri figli e invece sono proprio questi strumenti a marcare ancora di più i valori patriarcali della società in cui viviamo, i modi in cui deve vivere un uomo o una donna, cosa è più adatto all’uno e cosa è più adatto all’altro. Quelle storie non sono solo un modo per intrattenere il bambino, ma sono dei veri e propri trasmettitori di modelli di identificazione. Nelle stesse scuole elementari le storie presentate ai bambini sui libri di testo hanno sempre come sfondo una povera fanciulla, scapigliata, china a terra, intenta a pulire i pavimenti, tenuta prigioniera da una strega o da una matrigna… la svolta nella sua vita avverrà solo con l’entrata in scena di una figura maschile pronta a portarla via e a darle la felicità. Ma se i ruoli fossero invertiti? Tutti giudicheremmo inaccettabile una storia in cui i personaggi femminili fossero protagonisti di mirabolanti avventure, mentre quelli maschili fossero confinati a casa ad aspettare il loro ritorno, provando ricette di cucina, cucinando torte e indossando grembiulini. Vi sono alcuni paesi in cui i testi scolastici propongono contenuti culturali anche più arretrati delle stesse conquiste legislative del paese. Queste storie, i libri di testo e soprattutto quelli per la scuola primaria hanno una fortissima influenza sulla formazione dei soggetti: i loro contenuti si fissano nelle menti infantili con la forza di modelli inconfutabili.
SARA ESPOSITO V Ap