L’illusione della realtà

La vita dell’uomo è da sempre una frenetica e tortuosa strada fatta di apprendimento e di errori, utili al raggiungimento di un obiettivo. Molto probabilmente non scopriremo mai il motivo della nostra esistenza in quanto esseri umani, tuttavia sono millenni che continuiamo imperterriti su quella strada. Cos’è che spinge l’uomo a vivere, pur non sapendo la vera ragione della sua nascita? È come se Dio, successivamente alla nostra creazione, ci abbia abbandonato al nostro destino in un enorme casa blu. Perché sono nato? E per quale motivo proprio in un determinato periodo storico e non, ad esempio, cento anni prima?

Per noi è impossibile conoscere il pensiero di Dio, o di qualsiasi altra entità ci abbia dato forma, pertanto risulta un vicolo cieco meditare su tali argomenti. Eppure, malgrado tutto, l’uomo sceglie di vivere. Non essendoci stata rivelata la vera motivazione, nel corso della nostra strada ci ritroviamo a dover trovarne una o più che restituisca significato alla nostra esistenza: l’amore, un sogno nel cassetto, la religione, l’arte…

Tutto ciò, come riteneva Ugo Foscolo, sono soltanto “illusioni”, distrazioni a cui tentiamo di aggrapparci per andare avanti e non piombare nella completa disperazione e dolore. Se Nessuno ci ha detto come mai siamo stati creati, tanto vale che sia io l’artefice del mio destino, che sia io stesso a scegliere perché respirare, a decidere cosa fare della mia vita.

“Illusioni! grida il filosofo. – Or non è tutto illusione? tutto!” […] “ma intanto senza di esse io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancor più) nella rigida e nojosa indolenza”.

Le parole di Foscolo, scritte circa duecento anni fa e sempre attuali, centrano a pieno il nocciolo della questione. Risulta fondamentale trovare delle illusioni a cui aggrapparci, in quanto riescono a distrarci, a farci dimenticare le sofferenze e a dar fretta allo scorrere delle lancette. Di primo impatto penseremmo sicuramente: “quindi vivrei grazie all’infondatezza?”, “così facendo, non mi isolerei dalla realtà?”, “non vale la pena tentare di cercare la vera ragione della nostra creazione?”.

La condizione in cui siamo, anche in questo preciso istante, è questa: sono vivo, ho un corpo che mi sostiene, un intelletto superiore rispetto agli altri esseri e mi trovo su un pianeta deserto non sapendo né come né perché mi trovo proprio qui. E adesso? Se decidessimo di scoprire la verità, sarebbe come salire su un’automobile senza benzina: si tratta di una scelta ponderata, ma comunque un’illusione da noi creata per dare senso alla vita, seppur senza lieto fine. Se invece scegliessimo di vivere seguendo un altro obiettivo, come l’amore o un qualsiasi desiderio, non cambierebbe nulla dal precedente scenario: imboccheremmo soltanto una strada simile che potrebbe culminare in un breve periodo di felicità apparente o nel dolore puro. Quindi cosa dovremmo fare, vivere alla giornata secondo ciò che il mare riporta a riva e senza nessun obiettivo né altro? Questo è quello che realmente stiamo facendo adesso, tuttavia non ne siamo consapevoli perché siamo distratti dalle illusioni.

Sembra una situazione senza via di scampo, tuttavia un’uscita c’è e si trova dietro la porta su cui vi è scritto “illusioni”. Scegliere di vivere secondo le illusioni è la scelta più saggia che ci rimane. Non dobbiamo scervellarci troppo ponendoci domande così complicate, perché in realtà è meglio non conoscere la risposta. Mentre leggi queste righe, se improvvisamente Dio si rivelasse ai tuoi occhi dicendoti il motivo per cui esisti, ciò rappresenterebbe una limitazione della tua mente, della tua libertà e dei tuoi sogni. Se Lui ti dicesse che sei nato per fare il contadino, il minatore o il nuotatore, saresti più felice? Passeresti il resto dei tuoi giorni conoscendo già cosa farai domani, il giorno dopo e così via. Non ci sarebbe più l’incertezza del futuro, la quale, per quanto sembri astruso, dà una certa carica alla nostra vita.

Invece, ci è stata donata la possibilità di fare quello che vogliamo. Forse non dovremmo chiederci perché esistiamo, forse dovremmo vivere e basta. E non dovremmo avere paura di isolarci dalla realtà perché, tutto sommato, anche la realtà è un’illusione.

ALESSANDRO PANNONE IV ASA

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