Un nome per esistere
In questo periodo primaverile dell’anno l’odorosa e candida fioritura delle angiosperme ridà vita ai giardini e ai vivai, tinteggiando il mondo con i petali variopinti e attirando così gli sguardi dei passanti che osservano armoniosamente lo sbocciare della primavera.
A dire il vero, però, ne sono tante (ma mai troppe!) e possiedono i più disparati ma meravigliosi nomi, per non parlare poi delle barriere linguistiche!
Proprio per non creare confusione e per poterle catalogare al meglio, Carl Von Linnè, autore del Systema Naturae, ideò la nomenclatura binomia, basata su due nomi latini scritti in corsivo, il primo con l’iniziale maiuscola per indicare il genere, il secondo in minuscolo per descrivere la specie.
In aggiunta, bisogna tenere a mente che nella sistematica, la scienza che studia i criteri di classificazione degli esseri viventi, non esiste solo il concetto di specie e genere, bensì anche la famiglia, l’ordine, la classe, il phylum (o divisione in botanica) e infine il regno.
È interessante cimentarsi nella tassonomia della rinfrescante vegetazione campestre che ci circonda, mentre siamo osservati dall’azzurro cielo montano, e capita spesso che piante molto graziose e altre appariscenti appartengano in realtà allo stesso genere!
Seppur così variopinti (fenotipo e carattere si intende, geneticamente siamo molto simili!), noi umani ci identifichiamo tutti con l’Homo sapiens e pensando a ciò ci sentiamo meno soli; se invece fossimo delle piante ancora da scoprire, quasi certamente ci sentiremmo recisi dal mondo e gradiremmo assolutamente avere un nome, anche se dovesse essere quello della storta Gastrodia agnicellus.