“Parole a fuoco”

“Sono il tuo sogno eretico” è un brano del rapper pugliese Michele Salvemini, in arte Caparezza, uno degli artisti più controversi della scena musicale italiana. Il suo modo di intendere e interpretare la musica rap è sicuramente innovativo. Si è distaccato dai temi trattati dai suoi colleghi, che seguono principalmente l’esempio degli artisti americani parlando di storie di violenza di periferia e ha deciso di fare critica sociale e ironia. Come d’abitudine, l’artista poliedrico usa un linguaggio estremamente metaforico e allusivo per discutere, in questo brano, del concetto stesso di eresia e di libertà di espressione. È riuscito con estrema leggiadria a evocare un periodo spesso tralasciato della storia, ridando una voce più spiritosa, comprensibile e attuale a tre importanti personaggi storici con un dettaglio in comune: essere morti sul rogo a causa dei loro pensieri. I protagonisti sono Giovanna D’arco, Girolamo Savonarola e Giordano Bruno, dei quali il rapper analizza la storia con parole aspre e profonde. Sviscerando con attenzione il testo, possiamo comprendere subito come l’artista sia un vero e proprio giocoliere delle parole. Egli riesce a dosare alla perfezione intensità del messaggio e impatto che deve essere recepito dall’ascoltatore, coniugando in modo sublime testo e musica. Parlando di Giovanna D’arco dice: “Sono stata una casta vincente, finché non è stata vincente la casta”; già solo attraverso questa frase possiamo comprendere il grande talento di questo artista. Il termine “casta” assume un significato diverso in base al contesto: nella prima parte fa riferimento alla storia di Giovanna D’arco, rimasta vergine in nome di un’entità superiore, nella seconda parte è intesa, invece, come clero. “Lasciatemi in vita invece di farmi una statua in Campo de’ Fiori” per rimembrare la figura di Giordano Bruno, ucciso solo perché ha fatto suo un diritto non ancora riconosciuto: la libertà d’espressione. Non ha senso erigere una statua per una persona, per ricordare le sue gesta, per celebrarlo quando in realtà bastava lasciarlo in vita. 

“Mi mettono a fuoco non come la Canon

Detesto i potenti della città

Detesto Sua Santità

Un uomo carico d’avidità

Che vende cariche come babbà

La tratta dei bimbi come geishe

Cresce in tutto il clero

Ma nessuno ne parla e il millequattro non è Anno Zero”

Questa strofa è dedicata a Girolamo Savonarola, predicatore toscano della fine del Quattrocento. Ci mostra fin da subito i motivi della sua morte: ebbe da ridire sulle gesta del papa Alessandro VI passato alla storia per aver venduto le cariche ecclesiastiche. Approfittando del contesto, il rapper lancia una frecciatina esplicita alla Chiesa, rea di numerosi casi di pedofilia. Per fare ciò, allude al trattamento riservato ai bambini nel 1400, utilizzati come geishe, prostitute, senza che nessuno ne parlasse a causa dell’inesistenza di mezzi di informazione come il programma Anno Zero.

In ogni frase, in ogni parola c’è un significato molto più profondo ed è per questo che è un artista sottovalutato. Le persone non riescono a cogliere il messaggio presente nei suoi brani anche se è espresso in modo chiaro e conciso. Si percepisce appieno il suo grido di disprezzo verso la società, i suoi usi e i suoi costumi.

Melania Barba 4Cs

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