Ventata d’aria… fresca?
Felici memorie di un aspirante avventuriero nel cuore riserbo ogni qual volta il lungometraggio Jurassic Park torna alla mente. Il fanciullino pascoliano che è in me, infatti, non può fare a meno del fantasticare nei riguardi di inaudite avventure da mozzare il fiato e che, promesso, riuscirà a manifestare.
Quindi, è più che “normale” che riaffiorino i ricordi, che il battito del cuore acceleri e che un’improvvisa mancanza di respiro lo assale nel momento in cui legge di una appassionante o meglio inebriante notizia: è stato possibile ricreare, mediante la collaborazione di eminenti scienziati, l’aroma di piante estinte secoli prima.
Le prescelte in questione sono state: Hibiscadelphus wilderianus, lontano parente dei fiori d’ibisco hawaiani; Orbexilum stipulatum dalla fragranza agrumata e caramellosa; Leucadendron grandiflorum, autoctona del Sudafrica. Come sta accadendo alle piante esistenti a rischio d’estinzione, che raggiungono oggigiorno quota 40%, anche in questo caso la causa è l’uomo.
Rispetto agli scienziati del Jurassic Park cinematografico, che ricorrevano alla zanzara conservata nel pezzo d’ambra, l’azienda biotech Ginko Bioworks di Boston ha intrapreso una duplice pista: inizialmente, l’équipe aveva ipotizzato di poter rintracciare i resti delle piante estinte nel permafrost ma, dopo che questa strada si è rivelata infattibile, si è optato per gli erbari dell’Università di Harvard. Lì, sono stati prelevati quattordici campioni e inviati al laboratorio di paleogenomica dell’Università della California che ha provveduto a ricostruire il DNA ormai danneggiato dal sole, dall’acqua e dai batteri. Successivamente, dopo essere stato stampato e inserito nel lievito, producendo così molecole odorose, queste sono state finalmente spedite al laboratorio berlinese di Sissel Tolaas che, consultando la propria biblioteca di odori, ne ha decifrato il “linguaggio”.
Insomma, protagonista di questa vicenda è il mondo intero che, mediante i suoi sforzi internazionali, è riuscito a riesumare una fragranza altrimenti sparita e a concedere a ognuno di provare quelle stesse emozioni che un tempo essa era in grado di suscitare. La biologia sintetica qui utilizzata sicuramente entrerà a far parte della vita quotidiana com’è stato per l’elettronica e l’Internet ma, nell’attesa, facciamo del nostro meglio per preservare ciò che è rimasto!
Vincenzo Nuzzo 4ª Cs