DUNE, IL CONQUISTATORE DI OSCAR
ATTENZIONE SPOILER:
Lo scorso 28 marzo al Dolby theatre a Hollywood si è tenuta la 94esima notte degli Oscar. Ad aggiudicarsi il maggior numero di statuette è il film del regista francese Denis Villeneuve, Dune, seconda trasposizione (Dune 1984) dell’ omonimo romanzo fantascientifico scritto da Frank Herbert, che conquista ben 6 oscar su 10 nomination, tra cui la nomination a miglior film. Il lungometraggio si divide in due parti ed è prodotto da Legendary Pictures con un budget di 165 mln di dollari, incassandone ben 400 mln in tutto il mondo. Il film è uscito nelle sale italiane, dopo una serie di rinvii a causa del Covid-19, il 16 Settembre dello scorso anno, 6 giorni prima dell’ uscita nelle sale statunitensi e in contemporanea su HBO max (piattaforma statunitense gestita da Warner Bros Media). A seguito della sua uscita in sala, la critica non si è fatta attendere, definendo il film come uno dei fantascientifici più corali di sempre, paragonandolo a pellicole del calibro di Star Wars e del Signore degli Anelli: la compagnia dell’anello.
Cosi come il suo protagonista Paul Atreides (interpretato da Timothée Chalamet) ha il peso di essere il salvatore prescelto del pianeta Arrakis (Dune), cosi il film venne definito al momento del suo annuncio, ovvero il prescelto salvatore dei Blockbuster fantascientifici, soprattutto dopo l’enorme delusione dell’ultima trilogia di Star Wars. Tra i numerosi Oscar vinti troviamo: miglior montaggio, miglior scenografia, miglior effetti speciali, miglior sonoro, miglior colonna sonora e miglior fotografia anche grazie al quasi totale utilizzo della luce naturale (nonostante molte scene siano girate in interni) e di una nuova tecnica di ripresa chiamata Sand screen.
Dune possiede una trama decisamente a sfondo politico: scelta insolita visto che la narrazione esclude la vittoria del protagonista, che non è presente all’interno della pellicola, lasciando spazio alla scena in cui la profezia si realizza, concludendo il film proprio sul più bello e lasciando un enorme “to be continued”. Il lungometraggio è ambientato nell’anno 10.191, quando l’imperatore decide di destinare il pianeta Dune (in cui si trova la spezia, ovvero il combustibile energetico della galassia e dove vivono i Fremen, specie indigena-umanoide del pianeta) alla casata degli Atreides di cui fa parte il nostro protagonista (costretta ad accettare il controllo sul pianeta per non perdere il proprio prestigio). Cosi toglie quest’ultimo dalle mani degli Harkonnen, causando inevitabilmente una guerra tra le due Famiglie, che vedrà la vittoria di quest’ultimi, la morte del duca Leto Atreides (interpretato da un magistrale Oscar Isac) e la fuga del figlio Paul e di sua madre, che troveranno rifugio dalla popolazione dei Fremen, solo dopo l’esecuzione di un rito d’ iniziazione che coincide con l’avverarsi della profezia.
Ciò che rende Dune un film rivoluzionario è l’equilibrio tra gli innumerevoli strumenti fantascientifici, ipertecnologici (come gli scudi corporei, gli ornicotteri e le tute dei Fremen), realistici, permettendogli di attraversare la sottile linea della razionalità. Di grande rilievo invece è l’ampia esplorazione della mitologia del romanzo, attraverso una scenografia che sa raccontarsi sola e grazie ad una computer grafica che rende onore ad esseri mostruosi come i vermi della sabbia (enormi creature che utilizzano le vibrazioni sonore dei movimenti sabbiosi per orientarsi).
Tutte queste caratteristiche, accompagnate da un sonoro che non poteva non vincere l’Oscar ed una colonna sonora diretta da Hans Zimmer, rendono Dune un film capace di auto descriversi, di passare da scene corali a momenti drammatici e pieni di suspense, sorprendendo con i propri elementi chi non ha letto il libro ed appagando chi invece lo conosce a memoria. In attesa del sequel di cui non conosciamo ancora la data, possiamo affermare con certezza che Dune è capace, pur essendo un film lungo e incompleto, di confrontarsi con mostri sacri del cinema fantascientifico.
Civaro Cristian 4AL