Russia VS Ucraina: La Tigre e l’Agnello

Il mondo in cui “viviamo” è carnefice dei suoi stessi frutti.  Uomini contro uomini: fratelli che combattono tra loro per la persecuzione di una “razza” che possiede le tipiche caratteristiche geo-morfologiche-sociali adatte ad intraprendere il dominio sul monopolio terreno. Caino e Abele, russi contro ucraini.

Guerre e persecuzioni non scompariranno mai dalla storia. 

Ora viviamo nel passato, avete presente? 

Al telegiornale ascoltiamo, ripetutamente, quanto sia gravoso il genocidio di un intero popolo, di madri, padri, figli di Dio.

I russi sono i veri responsabili assolti del suddetto scontro.

“Come hanno fatto? Quale madre ha generato queste bestie che sono venute sulla mia Terra?”.

Da quanto ascolto dai mass media, ho potuto notare come all’inizio gli ucraini catturassero i russi e li tenessero prigionieri, trattandoli da uomini, curandoli e dandogli cibo.

Gli ucraini sono civili. Nè neo-fascisti, nè traditori della patria. A Kiev si parla in russo: cuore madre-terra, lingua straniera.

La guerra non è come la descrive la Treccani: “Contrasto fra Stati, derivante da conflitti ideologici, politici, economici” 

E’ distruzione di popoli.

Si violentano donne, giovani fiori nati tra le macerie. Ricordo al telegiornale le oscenità sulle madri, violenze fisiche che avvengono davanti agli occhi dei loro figli. 

Mi rammento di quando ho letto, in un giorno di sole e di piena tranquillità, l’intervista ad un giovane ucraino, in cui racconta di un suo amico di infanzia che è stato sparato, durante i primi bombardamenti in cui scappavano profughi e rifugiati, per dimostrare l’oscenità dei giorni presenti. Colpito da una pallottola fuori la sua villa a Bucha, sua moglie e suo figlio sono stati seviziati.

Ci si stupisce di quanto sia un paese mutilato dalla libertà di parole, di scelta e di opinione e “governato” da un dispotico che possiede soldi, potere, servitori e vuole essere ricordato nei libri di storia. 

Mi chiedo: “Chissà se i miei figli ricorderanno a scuola questo dramma, che Vico descriverebbe come “corso e ricorso storico”.

Colpa su tutti, senza risparmiare nessuno. 

I russi e gli europei sono tutti complici della disastrosa guerra che sta avvenendo e che potrebbe arrivare fin qui nella nostra quotidianità. 

Come infatti i “rivoluzionari” o chi ha semplicemente manifestato per la pace contro Putin, è scappato, che sia russo o ucraino. 

Concludo con una frase semplice ad effetto: “La colpa va sempre sull’omertà degli uomini!”

È importante notare come in questo periodo si riflettono le figure dell’Agnello e della Tigre di Blake. Come l’Agnello, anche la Tigre è innocente, come lo è anche la violenza della guerra, perché appartiene agli impulsi aggressivi del bambino che è in ognuno di noi.

La guerra può finire solo per chi sa guardare oltre la finestra del proprio cuore con amore, perché l’uomo del mio tempo non è consapevole di quanto l’odio ha dimostrato nel tempo la sua potenziale distruttività.

Uomo del mio tempo 

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Romina Barbagallo 4Ap

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