Am come amore
‘C’è chimica fra di noi!’ Quante volte avete sentito pronunciare questa frase in senso figurato? Andiamo ad analizzarla scientificamente …
Per citare A. Einstein ‘Come si potrà spiegare in termini chimici un fenomeno biologico così importante’. A dire il vero, è facile spiegare l’innamoramento in termini chimici, ma in molti non ne vogliono sentir parlare per non rovinare la cosiddetta “magia”. Per i più curiosi e razionali è un’occasione per addentrarsi un po’ nella questione. Cosa accade nel nostro corpo quando siamo innamorati?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima definire i segnali secondo i quali ci si può definire innamorati. Sicuramente già ne avrete in mente alcuni, come le pupille dilatate, le guance rosso fuoco, l’incontrollabile voglia di contatto fisico, lo sguardo perso ecc.. Alcuni di questi, seconda la teoria dei messaggi non verbali di Cook, si dividono in:
• prettamente statici come l’abbigliamento, il trucco;
• involontari come la dilatazione delle pupille;
• volontari come la postura e lo sguardo.
Questi tipi di comunicazione non verbale hanno bisogno di un attento invio di stimoli e un attento monitoraggio del loro effetto sull’interlocutore per capire se avvicinarci o allontanarci da quest’ultimo. Sono certa che vi sarà capitato più e più volte di percepire la vostra presenza come gradita o meno e comportarvi di conseguenza. Con un minimo di ragionamento, non è difficile capire che tutte le reazioni che abbiamo provengono dal nostro amato sistema nervoso. Secondo alcuni autori come Liebowitz, l’infatuamento può aver origine da una molecola: la feniletilamina (FEA), ovvero un’ anfetamina prodotta naturalmente dal nostro organismo e responsabile di reazioni come la gioia e l’euforia. In parole povere, ci infatuiamo nel momento in cui i neuroni del sistema limbico vengono resi sensibili dall’FEA (o anche dopamina e norepinefrine). Questo stato iniziale non è però permanente; infatti succede che le terminazioni nervose si abituano alle stimolazioni e il legame si fa più importante, instaurando un nuovo equilibrio chimico: le endorfine calmano la mente, riducono l’ansia e si comincia ad avvertire sicurezza e stabilità. Rimane presente l’ossitocina che ci spinge al contatto fisico come gli abbracci. Anche l’aumento del battito cardiaco è spiegabile attraverso la chimica: una scarica di adrenalina causata da neurotrasmettitori che portano il cuore a battere più veloce. Ora abbiamo sicuramente capito cosa intendesse Einstein: l’innamoramento è spiegabile con la scienza, che però ci costringe ad allontanare la magia che si cela dietro la parola amore. Quella luce che fin da bambini ci illumina gli occhi quando proviamo qualcosa di forte. È giusto conoscere le cause che portano all’innamoramento, ma è altrettanto giusto dare libero sfogo alla nostra fantasia e immaginare che quando ci luccicano gli occhi e il cuore ci batte forte è perché l’anima gemella di cui sentiamo tanto parlare ha accorciato il filo rosso che ci allontanava.