Il passato e il presente ci influenzano

(Considerazioni dopo la lettura del romanzo di Lia Levi “Questa sera è già domani”…)

Tutti i giorni ci affanniamo a svolgere le nostre fatiche, i doveri e i diletti. Quotidianamente tocchiamo con mano delle situazioni che, familiari o meno, fanno acquisire al nostro tornaconto un’esperienza in più e l’effetto che esse provocano sono un maggior senso di responsabilità, nonché di consapevolezza e crescita personale: ogni giorno è un test che con le nostre riflessioni valutiamo e analizziamo, per poi trarre delle conclusioni.

Capita spesso di pensare al noi di qualche mese, anno o lustro passato come ad un noi più ingenuo e consapevole dell’io di questo momento, e più accade ciò più le esperienze fatte risultano utili e produttive. Il nostro comportamento, nella sua più totale frammentazione del suo aspetto, è influenzato dalle scelte personali, ma anche da quelle di altri: ascoltare un aneddoto di un conoscente, una storia del passato o anche un film, insegna e condiziona la vita di tutti i giorni. Questo spiega come la nostra realtà è facilmente variabile e influenzabile e, come la storia e soprattutto il presente insegna, non solo quella psicologica: viviamo nel periodo del Covid-19 e di un perenne lockdown che limita e restringe sempre più la possibilità di nuove esperienze, quindi il nostro pensiero e la nostra crescita.

Prima dell’avvento del coronavirus la vita di ciascuno di noi procedeva regolarmente, proprio come quella della famiglia di Lia Levi prima della pubblicazione del “manifesto della razza”, ma dopo tali avvenimenti ogni uomo percepisce sé stesso e il mondo che lo circonda con occhi completamente diversi: come ha esposto la scrittrice, l’attimo in cui compare sul Giornale d’Italia l’articolo antisemita corrisponde a quello in cui l’intero mondo crolla davanti agli occhi delle vittime. Il loro umore, l’atteggiamento e il modo di pensare viene messo di continuo a dura prova e risulta difficile restare la stessa persona di prima.

Un altro grande scrittore, Primo Levi, nel suo libro “La Tregua”, spiega brillantemente la vita interiore e fisica di un sopravvissuto ad Auschwitz: da qui si evince come l’uomo, di fronte al dolore e agli avvenimenti quotidiani, abbia reazioni diverse. In molti si tolsero la vita dalla disperazione, dal dolore, dalla fatica, dall’orrore, invece lui si obbligò a sopravvivere a tutti i costi per raccontare al mondo intero cosa era accaduto sotto gli occhi di tutti.

Ed è questa la lezione che stiamo imparando ancora oggi sulla nostra pelle. I fatti di tutti i giorni toccano, che lo vogliamo o no, il nostro cuore, condizionandolo e modificandolo talvolta in modo indelebile. Ma prestate attenzione. La lezione che necessitiamo di imparare non è quella di chiuderci in noi stessi al fine di non lasciarci influenzare, anzi, è completamente l’opposto: dobbiamo lasciare che gli eventi che ci accadono, anzitutto quelli passati, facciano parte dei nostri pensieri e delle nostre riflessioni se desideriamo migliorare noi stessi e crescere.

Ignorare o non voler conoscere sono due colpe di cui non ci dobbiamo mai macchiare in quanto le conseguenze, come Lia e Primo Levi insegnano, sarebbero catastrofiche.

Alessandro Pannone 4Asa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *