I giovani d’oggi tra paure e attese per il futuro….
Ogni epoca e ogni generazione è caratterizzata da uno specifico evento storico che può essere a favore della popolazione e dei giovani o può andare a loro discapito. Oggi stiamo vivendo una situazione difficile, la pandemia ha stravolto la vita di ogni singola persona, ma la categoria che ha risentito di più gli strascichi sociali è proprio quella dei giovani. Si possono chiamare adolescenti i ragazzi che vedono di più eroici professori davanti ad un monitor rispetto ad un coetaneo fuori al bar? Ragazzi che come massima valvola di sfogo possono soltanto portare il cane a fare una passeggiata e che se escono mezz’ora la sera sono dei fuorilegge? Divoratori di contenuti multimediali che pian piano perdono ogni cognizione della realtà, vivendo giorni identici, ciclici e monotoni. Ragazzi che non vivono esperienze nuove e quasi non ricordano più quelle belle, affogano nel ricordo che pian piano si consuma, lasciando sola l’angoscia. Giovani adattati all’utopia come fosse normalità, e che pensano alla normalità come fosse utopia. La speranza in situazioni del genere è ciò che ci salva, ma la falsa speranza è ciò che ci distrugge maggiormente. Ed i giovani d’oggi ne sono pieni. Tutti noi amiamo progettare attività’ da poter fare non appena saremo liberi di vivere con maggior libertà, ma ciò che ci turba è che non sappiamo quando quest’incubo finirà’, il dubbio, l’incertezza per ciò che sarà ci tormenta. E’ quasi impossibile programmare attività’ per il futuro, non sapendo nemmeno se all’indomani per lo Stato Italiano sia lecito uscire di casa, ma d’altronde pensare ad una situazione più leggera ci dà sollievo. Spesso tra noi giovani condividiamo immagini di discoteche, spiagge affollate, stadi colmi di tifosi e con un leggero velo di ottimismo affermiamo ‘‘torneremo!’’, ma poco dopo l’ottimismo svanisce ed arriva l’incertezza e l’angoscia : ‘‘torneremo….ma quando? Ci hanno chiesto di fare l’ultimo sforzo a novembre per salvare il Natale e ad aprile non possiamo ancora andare dal barbiere’’. Insomma, del futuro abbiamo come unica certezza il dubbio.
Ma come in ogni tragedia, scavando si può sempre trovare un lato positivo, in un periodo di stop forzato da quasi ogni attività come questo, l’unica cosa che non manca è il tempo: tempo per pensare, per seguire le proprie inclinazioni e per coltivare le proprie passioni. Inoltre, situazioni tragiche accrescono il senso artistico di ogni persona. Il periodo che viviamo ha purtroppo diverse affinità con la guerra, dove i soldati più che uno sforzo fisico sono sottoposti ad una grande fatica psicologica. Dalla storia, però, l’uomo può trarre insegnamento (Historia magistra vitae) ed esempio. In Italia subito dopo il buio periodo della seconda guerra mondiale, seguirono decenni di florida produzione artistica. Ogni guerra porta fame e difficoltà che parallelamente fa accrescere la sensibilità delle persone, trasformando situazioni gravi in elemento di creatività artistica. Solo chi vive tali drammi può raccontarli. Seppur tristemente nota, la nostra epoca non è priva di evoluzioni e cambiamenti storici, il che fornisce numeroso materiale creativo, convertendo la sofferenza in arte.
Anche nella tragedia si può trovare un lato positivo, magari da questa buia pagina della storia nascerà un periodo particolarmente fecondo per la vita di tutti noi.
Alberto Gargiulo