LA RIVOLUZIONE DEI GIOVANI: I MANESKIN

<<la dedichiamo a quel prof che ci diceva sempre di stare zitti e buoni >>

Rossetto nero, abiti in pelle e calze a rete, ritmo e tanta grinta. Ritorno al passato?  Gli anni ’70 e ’80 sono ormai un lontano ricordo , eppure la 71esima edizione di Sanremo lascia tutti col fiato sospeso: è il trionfo dei Maneskin, band pop rock che per la prima volta chiude il Festival della Canzone, tanto amato da tutti gli Italiani! Nata tra i banchi di scuola di un Liceo romano, la band ha avuto un percorso di evoluzione naturale, passando dal cantare per le strade, al relazionarsi con diverse band emergenti, che hanno influenzato il loro cammino, fino a vincere quest’ ultima edizione del festival di Sanremo.  Rivoluzionari e con la voglia di gridare al mondo libertà, hanno destato tanta curiosità nelle nuove generazioni, che stanno riscoprendo questo mondo di ribellione e di tante vibrazioni, ma anche nei veterani, di coloro che sono cresciuti sulle note turbolenti di Sweet Child O‘ Me dei Guns N’ Roses , Smells Like Teen Spirit  dei Nirvana o un grande classico come Dream On degli Aerosmith, che hanno ritrovato nei loro suoni l’eco di una generazione ricca di grandi sogni, del forte desiderio di imporsi in un mondo che sembrava non dare loro spazio.

I Maneskin, con il loro stile stravagante, hanno rappresentato l’icona rock che mancava a questo Sanremo.

A detta di molti il dubbio sale: è rock o non è rock? È una copia venuta male dei grandi miti che hanno lasciato il segno del proprio passaggio? Dei grandi rockettari di cui abbiamo il vinile esposto come bottino? Forse è troppo presto per definirli i nuovi Litfiba, band rivoluzionaria degli anni ’80, italiani puri, con Damiano David che prende il posto del grande Piero Pelù , ma il loro sound è più che rock. Sono giovani, hanno tempo per migliorare, imparare dai più grandi, ma tanto maturi per creare una propria direzione, un proprio linguaggio musicale, attuale ed originale.

Forse i  grandi esperti del rock, occupati ad etichettare la musica, hanno dimenticato che ci troviamo nel 2021, non più nel 1980, la musica, come ogni altra cosa cambia, si rivoluziona. Rendere attuale un brano, con quel tocco di ritorno al passato, non significa necessariamente che sia la brutta copia dell’originale!!

“Zitti e buoni”, il brano con cui si sono aggiudicati la vittoria, nasce grazie all’esperienza della band, che per un certo periodo è vissuta anche a Londra. E’ un manifesto di ribellione, di rifiuto verso le etichette imposte dalla società. Il brano  è un appello dei giovani non compresi e giudicati per il loro stile, per il loro modo di vivere la vita e per il loro orientamento di pensiero, spesso considerato ‘’politicamente scorretto’’.

Il brano, cantato, urlato, raccontato attraverso parole di ira, di rabbia, ci fa capire quanto i giovani d’oggi abbiano sete di vivere. Vivere senza la costante paura di essere giudicati da “chi purtroppo parla” e limita la vita di queste persone. La canzone esprime a tutti gli effetti i temi ricorrenti della musica rock, il disagio e la voglia di ribellione, di smettere di piegarsi alle imposizioni sociali. 

‘’loro non sanno di che parlo’’ / ‘’ voi siete sporchi fra’ di fango’’,  parole forti, grezze che vogliono esaltare il problema di sentirsi diversi, incompresi, fuori dalla società.

’’ Giallo di siga fra le dita’’ / ‘’lo con la siga camminando’’ : ad emergere, senza dubbio è la figura, anonima, di un ragazzo, un ribelle con la sigaretta fra le dita ingiallite dal fumo, che si prepara al “grande salto’’ , forse a  spaccare il mondo : ‘’che posso fare questo salto’’ / ‘’anche se la strada è in salita’’/’’per ora questo mi sto allenando’’ .

La figura del ragazzo si fa strada in un mondo a cui non sente di appartenere , “se vuoi fermarmi ritenta”/ “prova a tagliarmi la testa” , nulla, però, può fermare  questo giovane spirito ribelle ad emergere, ad andare contro la massa, a lottare per essere, per esistere.

Significativa è l’inclusione della figura di una donna importante , la mamma. ‘’quindi scusa mamma se sto sempre fuori’’/ ‘’sono fuori di testa, ma diverso da loro’’ / ‘’e tu sei fuori di testa ma diversa da loro’’, forse riferito al desiderio che anche lei , donna con una mentalità diversa dalla società giovanile odierna, accetti questa diversità, questa follia e proprio come loro, gli incompresi, faccia il ‘’grande salto’’ , la rivoluzione.

Diversi da loro è ciò che gridano con orgoglio, perché l’unicità e la follia è il pane che li contraddistingue da chi è troppo nella norma, ma alla fine la follia è relativa, nessuno stabilisce la normalità.

Anna Di Palma

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