Memoria culturale
Per memoria solitamente si intende quel processo con cui l’uomo ricorda e comprende gli eventi del passato per tramandare, attraverso le generazioni, l’identità collettiva di un popolo o di una nazione.
L’articolo 9 della Costituzione sostiene: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
L’eccezionalità di tale articolo, all’interno della Carta Costituzionale, rende doveroso sollecitare ancor di più la sensibilità dei cittadini per preservare e tramandare ai posteri la nostra tanto ammirata e invidiata cultura.
Tutti gli artefatti e i componimenti di una cultura, dal linguaggio, alle opere d’arte, alla musica, alla moda costituiscono un orizzonte comune entro il quale ogni individuo si riconosce e trova la propria identità.
La città di Matera, assurta a capitale della cultura europea proprio nel 2019, e un monumento come il Colosseo, che è risultato uno dei maggiori siti archeologici più visitati nel mondo, testimoniano la vivacità culturale del nostro Paese e la sua capacità di attrarre una moltitudine di turisti esteri.
Mi domando spesso se proprio gli italiani facciano di tutto per tutelare la storia e la memoria del loro Paese.
Questo è il fulcro della situazione: bisognerebbe far di tutto per valorizzare il proprio passato, le imprese eroiche, le sconfitte dolorose e i sacrifici compiuti.
La storia è ciò che fa l’identità di un popolo.
L’Italia rappresenta uno dei paesi con più opere, monumenti e musei al mondo. Sarebbe un peccato se un giorno, che sembra ormai vicino, non si conoscessero il passato e gli uomini importanti che hanno contribuito a rendere migliore l’Italia.
Ricordare è conservare, ma cosa? Il nome della nostra cara Italia.
Matteo Panebianco VBs