Earth without “Art” is just “Eh”
In un mondo ormai globalizzato fino all’estremo, i simboli restano i rappresentanti più fedeli di una nazione.
Monumenti e opere d’arte sono le radici di un Paese che vede, nel corso della sua storia, mutare il proprio popolo, ma mai i riferimenti culturali.
Se togliessimo l’arte – intesa in tutte le sue forme – alle nazioni, queste morirebbero a poco a poco.
Sarebbe, infatti, come strappare il cuore pulsante a una macchina perfetta.
Proviamo a immaginare cosa sarebbe Roma senza il Colosseo, con le sue immense piazze e fontane, o Firenze senza la cupola, il Duomo, le strade strette che respirano arte.
La realtà, però, da qualche giorno ha rubato il posto alla fantasia e ormai immaginare Parigi senza la cattedrale di Nôtre-Dame non è più un’astrazione.
Un incendio ha distrutto parte della struttura, cancellando secoli di storia in pochi minuti.
Mentre le immagini impietose scorrevano in tv, pensavo a tutto quello che la cattedrale, in quasi novecento anni di storia, avesse visto.
Nôtre-Dame ha vegliato, come fa una madre coi propri figli, sugli uomini per tanto tempo e il destino beffardo ha voluto che la sua fine fosse per mano di uno di questi.
La cosa che più mi ha colpito, però, è un’altra.
Poche ore dopo l’incendio si parlava di una raccolta fondi per la ricostruzione della cattedrale e in molti hanno fatto subito notare come quei soldi potessero essere utilizzati per altro.
Allora mi chiedo, perché sentiamo l’irrefrenabile bisogno di paragonare i problemi del mondo tra di loro, invece di risolverli uno ad uno?
Salvatore Toscano IVCs