Una voce…
1979: una delle date da ricordare per Napoli e per tutti i suoi abitanti, anche per quelli che verranno.
Pino Daniele, un semplice meccanico d’officina, appassionato di musica e musicista, scrive e compone il brano “Je so pazzo”. Dalla pubblicazione di quel brano qualcosa è cambiato nei napoletani: per la prima volta Napoli faceva sentire la sua voce, stanca ormai dell’emarginazione e della noncuranza da parte dello Stato.
Pino si rifà al discorso del celebre Masaniello che, nel Seicento, si ribella alle oppressioni e ai soprusi della monarchia aragonese regia nel capoluogo partenopeo, ricevendo la pena capitale. Dunque per rivendicare il diritto di protestare e di denunciare senza giri di parole, oppure, come avrebbe detto il cantautore napoletano ,”senza portarla a passeri e pignoli”, egli si dichiara insano di mente e quindi non perseguibile dalle autorità.
Questo brano ancora oggi viene cantato da molti giovani che cercano di dare una svolta alla Napoli che Pino descriveva all’interno delle sue canzoni: la Napoli dai “mille culur”, la Napoli “voce re criatur”, la Napoli viva che si fa sentire dallo Stato. Se quest’ultimo non ci ascolta allora rifacciamoci alla canzone, perché “la faccia nera l’ho dipinta per essere notato”.
Di Antonio Mattiello IVCsa