L’arte di girare un film

COME MAI IL CINEMA ITALIANO È COSÌ DIVERSO DA QUELLO AMERICANO?

Tutti voi avrete visto sia film italiani che americani. Ce ne sono tantissimi e di tantissimi generi: dai film comici a quelli drammatici, dai thriller a quelli d’azione e avventura, tutti pieni di strabilianti effetti visivi realizzati al computer. Indipendentemente dal genere trattato, vi sono tanti modi di girare una scena e di scrivere una sceneggiatura. Tali modi sono dettati sia dalla cultura del pubblico cui è rivolto il prodotto cinematografico, sia dalla concezione della cinematografia delle persone che lo producono. Allora come mai in Italia c’è una forte avversione nei confronti dei prodotti cinematografici italiani? Cosa c’è di così diverso dai “maestri” americani? Un’eventuale risposta potrebbe essere la staticità dei temi trattati, infatti in Italia si producono fondamentalmente film comici e drammatici. Sicuramente a molti, tra cui me, piace andare al cinema a vedere il nuovo film di Checco Zalone, ma è anche vero che i “cinepanettoni” di Natale hanno abbastanza stancato e non hanno più nulla di innovativo da trasmettere. Ci vorrebbe più varietà. Inoltre altre differenze tra il cinema italiano e quello americano possono essere riscontrate nei mezzi utilizzati e nella mentalità, in quanto il primo risulta più arretrato rispetto all’altro: è infatti evidente che in Italia non si vedranno mai film d’azione o fantasy del calibro di “AVENGERS”, “HARRY POTTER” o del “SIGNORE DEGLI ANELLI”. Di questo se ne sono accorti anche gli stessi registi e produttori italiani, che hanno visto calare i loro introiti soprattutto negli ultimi anni. Basti pensare che ultimamente stanno cercando in tutti i modi di avvicinarsi al cinema americano sia dal punto di vista dei temi trattati che del punto di vista della gestione delle scene. Un esempio è il recente film “LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT”, palese tentativo, secondo me non riuscito, di creare un film sui supereroi nostrani strizzando l’occhio al filone supereroistico partorito in America. Altri esempi sono le serie tv di sky “GOMORRA” e “THE YOUNG POPE ”. A questo punto sorge spontaneo chiedersi quali analogie abbiano questi, oltre ai temi trattati, con le opere americane. Se si guardano con attenzione, si può notare come la gestione delle inquadrature, delle luci e la scrittura dei dialoghi siano molto simili, così come l’utilizzo di spettacolari e suggestive panoramiche. Se invece chiudessimo gli occhi e ci mettessimo ad ascoltare solamente, noteremmo che anche l’accompagnamento musicale ha un’impronta molto più internazionale rispetto alle produzioni precedenti. L’avvicinamento a tali metodologie non italiane ha permesso a suddette produzioni di raggiungere un tasso di gradimento elevatissimo anche all’estero. Possiamo dunque affermare che al cinema italiano gioverebbe moltissimo il modo di fare americano, senza però perdere le sue caratteristiche peculiari. Ciò infatti porterebbe alla semplice copia sterile di un tipo di cinema che in ogni caso, per la cultura e i fattori citati precedentemente, non ci appartiene completamente.     

 

Di STEFANO TOSCANO 4 Csa

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