Oplontis e Boscoreale: volto nascosto dell’archeologia vesuviana
Nella classifica dei siti culturali più visitati ad Aprile ci sono gli scavi di Oplontis e l’Antiquarium di Boscoreale.
Continua in Campania l’iniziativa Domenica al museo, ossia la possibilità di visitare un museo statale con un biglietto gratuito. Secondo le recenti stime riguardanti i luoghi più visitati della prima domenica di aprile ci sono gli scavi archeologici di Pompeii, con 19583 presenze, la Reggia di Caserta con 15106 ingressi alle stanze reali ed infine il Museo Archeologico di Napoli con 6644 presenze.
Tra gli altri siti che hanno registrato una notevole affluenza ci sono gli scavi di Oplontis (Torre Annunziata) con 1362 biglietti venduti e l’Antiquarium di Boscoreale con 140 biglietti.
Gli scavi di Oplontis e l’Antiquarium di Boscoreale sono importanti pagine di archeologia vesuviana pur se godono di minore considerazione rispetto agli scavi di Pompeii ed Ercolano, maggiormente visitati ed apprezzati dai turisti.
Ad Oplontis è possibile visitare la Villa di Poppea, abitata nel I secolo d.C. da Sibilla Poppea, moglie dell’imperatore Nerone, una villa rustica destinata all’otium. La costruzione era immersa nella campagna, vi erano delle terme, un peristylum e diverse cubicola destinate ai proprietari e ai propri schiavi. Il tutto affrescato con la tecnica del secondo stile.
Invece l’antiquarium di Boscoreale è situato nei pressi di una villa romana. Struttura moderna in vetro, ospita oggetti quotidiani come arnesi per l’agricoltura, anfore, gioielli, utensili per la cucina provenienti dalle aree colpite dall’eruzione del 79 d.C. A ciò si aggiungono degli affreschi ma anche il celebre calco del cane morto legato durante la catastrofe. A concludere la visita del museo, c’è la statua di Livia, la moglie dell’imperatore Ottaviano Augusto, rivenuta in una delle più ricche domus pompeiane.
Alla categoria delle “Ville vesuviane” appartengono anche altre ville come le sfarzose dimore di Stabia e la recente villa augustea rinvenuta a Somma Vesuviana. Molti studiosi sperano che in futuro anche questi siti archeologici possano godere di una maggiore notorietà affinché i turisti osservino una nuova testimonianza dell’archeologia vesuviana.
Salvatore Iaconis IV Cs