Muro o non muro, questo è il problema
Secondo le indiscrezioni, il progetto del “famoso muro” che separerebbe il Messico dagli Stati Uniti, sarebbe ormai in via di esecuzione, ma le incognite su quest’ultimo sono molteplici, così come le lacune nella progettazione.
Ebbene sì, il 9 Novembre 2016 Donald Trump vince le elezioni; è lui il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America…ma ora?
Trump presentò il “muro” come uno dei principali punti della sua campagna elettorale: il progetto prevedeva un muro lungo 1600 chilometri lungo il confine tra Stati Uniti e Messico con un’altezza media di circa 12 metri.
Bisogna dire però che l’ambizioso progetto del neo-presidente non nasce dal nulla, in quanto una sorta di “muro” esiste già in alcuni punti strategici sul confine meridionale. Per esempio, per circa 560 chilometri sono presenti semplici recinzioni alte 5 metri, mentre, per poco meno di 500 chilometri, è presente una barriera molto bassa che serve semplicemente a impedire il passaggio dei veicoli (ovviamente in caso di attuazione del progetto, quest’ultime verrebbero sostituite).
Ma ciò che fa storcere il naso a molti è… a quanto ammonterà la spesa?
Sulla soluzione arrivano voci da più fronti e decisamente divergenti fra loro; Trump ha annunciato che il muro costerà circa 8 miliardi di dollari, le stime indipendenti più conservative dicono che ci vorranno almeno il doppio dei soldi. Il Washington Post stima invece che ce ne vorranno 20, ma la stima più accurata finora l’ha messa insieme la MIT Technology Review, che in un dettagliato articolo ha stimato che un muro di cemento armato e acciaio lungo 1600 chilometri e alto 16 metri costerebbe intorno ai 38 miliardi di dollari.
Il secondo punto “spinoso” del progetto riguarda l’utilità di quest’ultimo. Infatti, molti ritengono questo muro una spesa superflua che non farebbe altro che portare ad un aumento delle tasse per i cittadini dettato da una ragione apparentemente inesistente.
Diversi studi hanno infatti dimostrato che in America vivono numerose persone prive di un regolare permesso di soggiorno, ma che quotidianamente acquistano e vendono beni, facendo fruttare le diverse attività locali. Sembra evidente dunque che deportarli tutti o interrompere il flusso, potrebbe causare gravi scompensi per l’economia americana.
Isaac Newton diceva: “Costruiamo troppi muri e non abbastanza ponti…” Ma sarà d’accordo Trump?
Simone Cerciello IV Asa